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Buoni Fruttiferi Postali: vantaggi, rischi, convenienza

Sbaglia chi ritiene che i Buoni Fruttiferi Postali siano uno strumento superato, obsoleto, legato alle nostre nonne che ne erano, invece, molto affezionate. I Buoni Fruttiferi Postali sono più che vivi e sottoscritti in larga misura.

Cosa sono i Buoni Fruttiferi Postali

I Buoni Fruttiferi Postali sono uno strumento di investimento, o di semplice risparmio secondo molti, con caratteristiche interessanti. Come dice il nome, sono collocati da Poste Italiane anche se emessi da Cassa Depositi e Prestiti che a sua volta fa capo al Ministero dell’Economia.

Non c’è un solo tipo di Buoni Fruttiferi Postali, in acronimo Bfp. Si differenziano soprattutto per la loro durata ma anche per essere o no agganciati all’andamento della Borsa.

Chi sottoscrive un Bfp, versa alla Posta del denaro che finisce alla Cassa Depositi e Prestiti, allo Stato sostanzialmente, che usa tali fondi per realizzare importanti progetti utili per lo Stato, quindi per tutti i cittadini.

E’ facile acquistrare i Bfp: è sufficiente fare  un bonifico bancario, necessario per la tracciabilità del denaro, e il gioco è fatto.

Qual è il rendimento dei Bfp?

Su questo esiste una certa variabilità. I Bfp presentano divere durate previste dalla sottoscrizione. I Bfp possono essere annuali oppure pluriennali, decennali, fino anche trentennali.

Ovviamente quanto maggiore è la durata dei Buoni, tanto maggiore è il rendimento. I Bfp annuali, ad esempio, hanno un rendimento di appena lo 0,15%, piuttosto irrisorio e per questo per molti non è un reale investimento ma solo una forma di risparmio.

Con l’accrescersi della durata cresce anche il rendimento arrivando a livelli che possono essere considerati interessanti, soprattutto in considerazione della loro sicurezza.

I Buoni legati all’andamento della Borsa possono presentare rendimenti più intreressanti ma essendo legati alle fluttuazioni di Borsa sono meno sicuri.

Quanti italiani hanno sottoscritto Bfp

In molti ritengono i Bfp uno strumento superato, obsoleto. I dati riportasno, invece, una realtà diversa. Secondo stime più che attendibili, potremmo dire certe, oltre 200 miliardi di Euro degli italiani sono confluiti su Bfp.

Certamente alla base non c’è la ricerca della massima speculazione ma la sicurezza di questi strumenti. Esistono anche dei vantaggi oltre al rendimento poco interessante benchè presente.

Vantaggi e rischi dei Bfp

Partiamo vedendo quelli che sono i rischi. Come detto, i Bfp sono emessi da Cassa Depèositi e Prestiti anche se collocati da Poste Italiane che fa capo proprio a quell’ente.

Cassa Depositi e Prestiti è emanaziuone diretta del Ministero dell’Economia, quindi dello Stato. Proprio lo Stato si fa garante dell’investimento in Buoni Postali, pertanto i sottoscrittori hanno la certezza di avere sempre il proprio capitale.

Non esistono rischi, di fatto, se non il caso di fallimento dello Stato italiano che è piuttosto improbabile al momento, almeno. Certo occorre fare i conti con la situazione economica disastrosa dell’Italia, anche e soprattutto per la condizione economica difficilissima causata dall’epidemia di Covid-19.

Certo, nel caso in cui l’Italia dovesse andare in Default i Buoni sottoscritti diventerebbero carta straccia. Confidiamo che ciò non accada e peraltro le possibilità di fallimento dello Stato sono piuttosto scarse.

I vantaggi sono diversi: Primo tra tutti la certezza di avere sempre il tuo capitale, con la restituzione certa. Gli interessi, per quanto bassi, sono certi dalla sottoscrizione al termine, senza possibilità di fluttuazioni.

Sul versante fiscale ci sono vantaggi. Il rendimento è sottoposto a tassazione agevolata, solo il 12,50% contro il 26 della maggior parte delle altre forme di investimento.

Per sottoscrizioni fino a 5.000 Euro c’è anche l’esenzione dal bollo. Altro punto parecchio interessante è la possibilità in ogni nmomento di ritornare in possesso dell’intero capitale versato.

Occorre dire che la maturazione degli interessi è semestrale o annuale, di ciò occorre tenere conto nell’eventualità di ritiro del capitale.

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